Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 18063 del 20/08/2014


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Civile Sent. Sez. 1 Num. 18063 Anno 2014
Presidente: CECCHERINI ALDO
Relatore: DE CHIARA CARLO

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
FALLIMENTO BENEVENTUM s.p.a., in persona del curatore
avv. Oreste Michele Fasano, rappresentato e difesa, per
procura speciale a margine del ricorso, dall’avv. Augusto Imondi ed elett.te dom.to presso lo studio
dell’avv. Oreste Michele Fasano in Roma, Lungotevere
delle Navi n. 30 099LAV■06ES

– ricorrente 2014
contro
FALLIMENTO CASERTA 2 s.r.l.

Data pubblicazione: 20/08/2014

- intimato

avverso la sentenza n. 3977/2006 della Corte d’appello
di Napoli pubblicata il 22 dicembre 2006;
udita la relazione della causa svolta nella pubblica

DE CHIARA;
udito il P.M. in persona del Sostituto Procuratore Generale dott. Lucio CAPASSO, che ha concluso per il rigetto del ricorso.
SVOLGIMENTO DEL PROCESSO
La Corte d’appello di Napoli ha confermato la sentenza con cui il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere
aveva revocato, ai sensi dell’art. 67, secondo comma,
legge fallim., su domanda del curatore del fallimento
della Caserta 2 s.r.1., l’atto in data 5 settembre 1995
con il quale quest’ultima aveva venduto alla Beneventum
s.r.l. – poi a sua volta fallita in corso di causa – un
appezzamento di terreno di 28.678 mq, con soprastante
manufatto in costruzione, per il prezzo di 21 miliardi
di lire corrisposto dalla società acquirente mediante
accollo di passività della società venditrice.
In particolare la Corte ha argomentato la sussistenza del presupposto della

scientia decoctionis dal

contenuto dello stesso rogito di compravendita, dal
quale risultava che quello di cui la società venditrice

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udienza del 26 maggio 2014 dal Consigliere dott. Carlo

si privava era l’unico suo bene, in mancanza del quale
essa non era in grado di realizzare il proprio oggetto
sociale, consistente nella costruzione del centro direzionale di Caserta. La medesima società – ha osservato

dell’unico bene immobile, gravato da debiti pari al suo
valore, era indicativa di una condizione finanziaria
patologica; inoltre la vendita era gravemente pregiudizievole della ragioni dei creditori della società alienante, non risultando che tutte le passività di
quest’ultima fossero state accollate alla società acquirente; infine dallo stesso rogito risultavano iscrizioni ipotecarie contro l’alienante.
Il fallimento della Beneventum s.r.l. ha proposto
ricorso per cassazione con un solo motivo, cui non ha
resistito il fallimento intimato.
MOTIVI DELLA DECISIONE
Il motivo di ricorso, con il quale si denuncia sia
violazione dell’art. 67 legge fallim. e degli artt.
2727 e 2729 c.c. sia vizio di motivazione, è inammissibile.
Invero i tre “quesiti di diritto” ai sensi
dell’art. 366 bis c.p.c. (nella specie ancora applicabile, risalendo la pubblicazione della sentenza impugnata a data anteriore a quella dell’entrata in vigore

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la Corte – non era in liquidazione, onde la vendita

della 1. 18 giugno 2009, n. 69, che l’ha abrogato) formulati a conclusione del motivo non sono in realtà tali, ponendo essi piuttosto questioni di fatto relative
all’accertamento – che il ricorrente contesta – della

sura di vizio di motivazione difetta del momento di
sintesi indispensabile alla stregua della medesima norma (cfr., per tutte, Cass. sez. Un. 20603/2007).
L’inammissibilità dell’unico motivo di ricorso
comporta l’inammissibilità del ricorso stesso.
In mancanza di attività difensiva della parte intimata non occorre provvedere sulle spese processuali.
P.Q.M.
La Corte dichiara inammissibile il ricorso.
Così deciso in Roma nella camera di consiglio del
26 maggio 2014.

sussistenza della scientia decoctionis; mentre la cen-

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