Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 16678 del 03/07/2013


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Civile Ord. Sez. 6 Num. 16678 Anno 2013
Presidente: CICALA MARIO
Relatore: CARACCIOLO GIUSEPPE

ORDINANZA
sul ricorso 23179-2011 proposto da:
AGENZIA DEL TERRITORIO 80416110585 in persona del
Direttore pro tempore, elettivamente domiciliata in ROMA, VIA DEI
PORTOGHESI 12, presso l’AVVOCATURA GENERALE DELLO
STATO, che la rappresenta e difende, ope legis;
– ricorrente contro
CURCIO MARIA ROSARIA, elettivamente domiciliata in ROMA,
VIALE DELLE MILIZIE 38, presso lo studio dell’avvocato APRILE
GIUSEPPE, rappresentata e difesa dall’avvocato PIZZOLLA
PROSPERO, giusta procura a margine del controricorso;
– controricorrente avverso la sentenza n. 150/41/2010 della Commissione Tributaria
Regionale di NAPOLI del 25.6.2010;

Data pubblicazione: 03/07/2013

udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio del
13/06/2013 dal Consigliere Relatore Dott. GIUSEPPE
CARACCIOLO.
E’ presente il Procuratore Generale in persona del Dott. RAFFAELE

CENICCOLA.

Ric. 2011 n. 23179 sez. MT – ud. 13-06-2013
-2-

La Corte,
ritenuto che, ai sensi dell’art. 380 bis cod. proc. civ., è stata depositata in
cancelleria la seguente relazione:
Il relatore cons. Giuseppe Caracciolo,

Osserva
La CTR di Napoli ha respinto l’appello dell’Agenzia del territorio -appello proposto
contro la sentenza della CTP di Napoli n.216-09-2008 che aveva accolto il ricorso
della parte contribuente Curcio Maria Rosaria- ed ha così annullato l’avviso di
classamento di una unità immobiliare urbana, recante aumento della rendita catastale.
La predetta CTR ha motivato la decisione nel senso di (oltre al resto) ritenere viziato
l’atto di classamento perché fondato su motivazione apparente, non essendo stati
esplicitati gli elementi specifici presi in considerazione né gli argomenti tecnici che
giustifichino i citati mutamenti, ma considerazioni generiche non idonee a consentire
un’efficace difesa da parte del destinatario.
L’Agenzia del territorio ha interposto ricorso per cassazione affidato a quattro
motivi.
La parte contribuente si è difesa con controricorso.
Il ricorso — ai sensi dell’art.380 bis cpc assegnato allo scrivente relatore- può essere
definito ai sensi dell’art.375 cpc.
Con il quarto motivo di ricorso (da esaminarsi preliminarmente perché assorbente
rispetto agli altri che precedono e sostanzialmente centrato sulla violazione dell’art.7
della legge n.212/2000) la parte ricorrente si duole del fatto che il giudice di appello
abbia ritenuto inadeguata la motivazione dell’atto di accertamento catastale, senza
avvedersi che nella motivazione erano stati riportati tutti i presupposti giuridici e di
fatto, sicchè poi era bastata la sola enunciazione degli elementi oggettivi della
categoria, della classe e della rendita (calcolate in base alle consistenze desunte dagli
elaborati), appunto perché il classamento è frutto di un mero calcolo di tipo tabellare
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letti gli atti depositati

effettuato secondo criteri e dati censuari predeterminati. Nella sede giudiziale erano
stati poi indicati gli immobili a paragone con i quali il nuovo classa mento era stato
elaborato.
Il ricorso merita di essere rigettato.
Nel caso di specie, come risulta dalla impugnata sentenza, l’avviso dell’Agenzia del

verifica degli attuali classamenti ed all’eventuale assegnazione di nuovi classamenti,
per una serie di fabbricati con classamento non aggiornato ovvero palesemente non
congruo rispetto a fabbricati similari e aventi medesime caratteristiche; se ne può
arguire che l’attribuzione di rendita è stata eseguita sulla base delle disposizioni,
fondate sull’estimo comparativo, dettate dai R. D. 13 aprile 1939, n. 652 … e dal

DPR

1 dicembre 1949, n. 1142, nonché ai sensi di quanto previsto dall’ari. 11,

comma 1, del D.L. 14 marzo 1988, n. 70, convertito con modificazioni dalla legge
11 maggio 1988, n. 154. L’Agenzia aggiunge di avere effettuato il nuovo classamento
tenendo conto dei caratteri tipologici e costruttivi specifici dell’immobile, delle sue
caratteristiche edilizie e del fabbricato che lo comprende, anche attraverso un
dettagliato esame delle mutate capacità reddituali degli immobili ricadenti nella
stessa zona aventi analoghe caratteristiche tipologiche, costruttive e funzionali,
nonché della qualità urbana ed ambientale del contesto insediativo, che ha subito
significativi miglioramenti a seguito dell’incremento delle infrastrutture urbane,
riconoscendo però che la motivazione specifica del provvedimento era limitata
all’enunciazione dei meri dati catastali.
Siffatta motivazione (quand’anche fosse stata debitamente dettagliata dalla parte
ricorrente, in ossequio al canone di autosufficienza), apparirebbe comunque
insufficiente a sorreggere adeguatamente il provvedimento di modifica del
classamento, come è stato correttamente ritenuto dal giudice di merito.
Ed infatti non si può tralasciare di considerare che —recentemente: Sent. n.9629 del
13 giugno 2012, ma ricollegandosi ad un più antico orientamento che sembrava
essere stato superato dall’indirizzo interpretativo valorizzato in questa sede dalla

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Territorio appare conseguente alla richiesta del Comune di Napoli di provvedere alla

parte ricorrente: si veda, per tutte, Cass. Sez. V civ., n. 25.2.2009, n.4507- la sezione
quinta di questa Corte (provvedendo su casi del tutto analoghi a quello qui in esame)
ha modificato il proprio orientamento sulla questione generale che costituisce nucleo
logico essenziale anche della presente procedura, finendo con il ritenere che:”Quando
procede all’attribuzione d’ufficio di un nuovo classamento ad un’unità immobiliare

classamento è dovuto a trasformazioni specifiche subite dalla unità immobiliare in
questione; oppure ad una risistemazione dei parametri relativi alla microzona, in cui
si colloca l’unità immobiliare. Nel primo caso, l’Agenzia deve indicare le
trasformazioni edilizie intervenute. Nel secondo caso, deve indicare l’atto con cui si è
provveduto alla revisione dei parametri relativi alla microzona, a seguito di
significativi e concreti miglioramenti del contesto urbano; rendendo così possibile la
conoscenza dei presupposti del riclassamento da parte del contribuente”.
Alla luce di tale indirizzo interpretativo, specificamente riferito alla questione del
necessario contenuto motivazionale dei provvedimenti del genere qui considerato,
appare conseguente ritenere che —sul punto- la sentenza impugnata non sia meritevole
di cassazione ed il motivo di ricorso manifestamente infondato. Consegue poi anche
l’irrilevanza dell’esame dei restanti motivi di impugnazione, atteso che da sé sola
l’autonoma ratio decidendi esaminata in relazione al motivo che precede risulta
sufficiente e giustificare la decisione giudiziale qui impugnata.
Roma, 30 dicembre 2012

che la relazione è stata comunicata al pubblico ministero e notificata agli avvocati
delle parti;
che la parte controricorrente ha depositato memoria illustrativa;
che il Collegio, a seguito della discussione in camera di consiglio, ritiene di dover
aderire all’indirizzo giurisprudenziale confermato da Cass. Sent. n.9629 del 13
giugno 2012 (emessa il 28 marzo- 25 maggio 2012), siccome coerente con i
principi che sono stati insegnati da questa Corte a proposito delle modalità di

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a destinazione ordinaria, l’Agenzia del Territorio deve specificare se tale mutato

esplicitazione dell’esercizio del potere provvedimentale nella specifica materia della
correzione e del mutamento del classamento di immobili già censiti in catasto;
che pertanto la sentenza impugnata —che a detti principi si è sostanzialmente
adeguata- non merita cassazione, sicchè il ricorso deve essere rigettato;
che le spese di lite possono restare compensate tra le parti, attesa l’alternanza degli

P.Q.M.
La Corte rigetta il ricorso. Compensa integralmente tra le parti le spese di questo
grado.
Così deciso in Roma il 13 giugno 2013.

indirizzi giurisprudenziali.

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