Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 1636 del 26/01/2021
Cassazione civile sez. VI, 26/01/2021, (ud. 27/10/2020, dep. 26/01/2021), n.1636
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE SESTA CIVILE
SOTTOSEZIONE T
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. GRECO Antonio – Presidente –
Dott. ESPOSITO Antonio Francesco – rel. Consigliere –
Dott. CROLLA Cosmo – Consigliere –
Dott. LUCIOTTI Lucio – Consigliere –
Dott. RUSSO Rita – Consigliere –
ha pronunciato la seguente:
ORDINANZA
sul ricorso 19031-2019 proposto da:
AGENZIA DELLE ENTRATE, (OMISSIS), in persona del Direttore pro
tempore, elettivamente domiciliata in ROMA, VIA DEI PORTOGHESI 12,
presso l’AVVOCATURA GENERALE DELLO STATO, che la rappresenta e
difende ope legis;
– ricorrente –
contro
D.M.O., elettivamente domiciliato in ROMA, PIAZZA CAVOUR,
presso la CORTE DI CASSAZIONE, rappresentato e difeso dall’avvocato
VINCENZO TARANTO;
– controricorrente –
avverso la sentenza n. 872/6/2019 della COMMISSIONE TRIBUTARIA
REGIONALE della SICILIA SEZIONE DISTACCATA di CATANIA, depositata il
14/02/2019;
udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio non
partecipata del 27/10/2020 dal Consigliere Relatore Dott. ANTONIO
FRANCESCO ESPOSITO.
Fatto
RILEVATO
che:
Con la sentenza indicata in epigrafe la Commissione tributaria regionale della Sicilia, sezione distaccata di Catania, rigettava l’appello proposto da D.M.O. avverso la decisione di primo grado che aveva parzialmente accolto il ricorso proposto dal contribuente contro l’avviso di accertamento con il quale l’Agenzia delle entrate recuperava a tassazione maggiore IVA in relazione all’anno d’imposta 2008.
Avverso la suddetta sentenza, l’Agenzia delle entrate ha proposto ricorso per cassazione, affidato ad un motivo.
Resiste con controricorso il contribuente.
Sulla proposta del relatore ai sensi dell’art. 380 bis c.p.c. risulta regolarmente costituito il contraddittorio camerale.
La ricorrente ha depositato memoria.
Diritto
CONSIDERATO
che:
Va preliminarmente rilevato che il contribuente, con il controricorso, ha chiesto, in via principale, di dichiarare l’estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere, con compensazione delle spese di lite, dovendosi ritenere la controversia definita, ai sensi del D.L. 23 ottobre 2018, n. 119, art. 6, conv., con mod., dalla L. 17 dicembre 2018, n. 136, a seguito della presentazione della domanda di definizione agevolata e del pagamento della prima rata.
L’Agenzia delle entrate, con la memoria depositata, ha rappresentato che la Direzione Provinciale di Catania ha confermato l’intervenuta cessazione della materia del contendere per definizione della lite ai sensi del D.L. 23 ottobre 2018, n. 119, art. 6, conv., con mod., dalla L. 17 dicembre 2018, n. 136.
L’intervenuta definizione agevolata comporta l’estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere, alla stregua di un principio che ha portata generale, tanto da essere espressamente previsto dal D.Lgs. n. 546 del 1992, art. 46, comma 1, secondo cui: “Il giudizio si estingue, in tutto o in parte, nei casi di definizione delle pendenze tributarie previsti dalla legge ed in ogni altro caso di cessazione della materia del contendere”. La medesima disposizione, comma 3, stabilisce che “Nei casi di definizione delle pendenze tributarie previsti dalla legge le spese del giudizio estinto restano a carico della parte che le ha anticipate”.
Va dunque dichiarata l’estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere.
Le spese del giudizio restano a carico della parte che le ha anticipate.
P.Q.M.
Dichiara l’estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere e pone le spese a carico della parte che le ha anticipate.
Così deciso in Roma, il 27 ottobre 2020.
Depositato in Cancelleria il 26 gennaio 2021