Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 16109 del 22/07/2011
Cassazione civile sez. trib., 22/07/2011, (ud. 12/05/2011, dep. 22/07/2011), n.16109
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE TRIBUTARIA
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. PIVETTI Marco – Presidente –
Dott. BOGNANNI Salvatore – Consigliere –
Dott. MERONE Antonio – Consigliere –
Dott. BERNARDI Sergio – rel. Consigliere –
Dott. GRECO Antonio – Consigliere –
ha pronunciato la seguente:
sentenza
sul ricorso 30757/2006 proposto da:
AGENZIA DELLE ENTRATE in persona del Direttore pro tempore,
elettivamente domiciliato in ROMA VIA DEI PORTOGHESI 12, presso
l’AVVOCATURA GENERALE DELLO STATO, che lo rappresenta e difende ope
legis;
– ricorrente –
contro
MOFFA & IACAMPO COMMERCIALE DI LUIGI IACAMPO E C. SNC,
M.
S. in persona del Liquidatore pro tempore e M.N.
in proprio e unico erede di M.S. e I.L. in
proprio, elettivamente domiciliato in ROMA P.ZZA MINCIO 4, presso lo
studio dell’avvocato TAGLIAFERRI FRANCESCO, che lo rappresenta e
difende, giusta delega a margine;
– controricorrente –
avverso la sentenza n. 80/2005 della COMM.TRIB.REG. di CAMPOBASSO,
depositata il 19/09/2005;
udita la relazione della causa svolta nella pubblica udienza del
12/05/2011 dal Consigliere Dott. SERGIO BERNARDI;
udito per il resistente l’Avvocato LEONE, delega Avvocato
TAGLIAFERRI, che ha chiesto il rigetto;
udito il P.M. in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott.
SEPE Ennio Attilio, che ha concluso per l’accoglimento del ricorso.
Fatto
SVOLGIMENTO DEL PROCESSO
A seguito di indagini di polizia tributaria condotte anche nei confronti di soggetti terzi, che risultavano aver intrattenuto rapporti commerciali con la società in nome collettivo Moffa Iacampo Commerciale di Luigi Acampo & C, la quale non era stata in grado di esibire la contabilità di impresa, avendone precedentemente denunciato il furto; fu rettificato il reddito dichiarato da quella società per gli anni 1991e 1992 ai fini Ilor e dai tre soci ( M. N., I.L. e M.S.) ai fini Irpef. I ricorsi presentati dai contribuenti furono accolti in entrambi i gradi del giudizio di merito. L’Agenzia delle Entrate ricorre per la cassazione della sentenza della CTR con tre motivi. La società ed i soci I.L. e M.N. (quest’ultimo costituitosi anche quale unico erede di M.S.) resistono con controricorso.
Diritto
MOTIVI DELLA DECISIONE
Il ricorso per cassazione è stato notificato a M.S. presso il difensore costituito in appello in data 10 novembre 2006, ancorchè il contribuente fosse deceduto il 25 dicembre 2005, dopo la pubblicazione della sentenza di secondo grado. Su tale rilievo i resistenti eccepiscono la inesistenza della notificazione del ricorso alla parte deceduta. Ma in luogo di essa si è costituito l’unico suo erede M.N. (tale qualificatosi), cui l’atto avrebbe dovuto essere diretto, superando la rilevanza del difetto di notifica (27452/2008, 23522/2010).
I resistenti hanno altresì eccepito l’inammissibilità del ricorso per cassazione in quanto non notificato al liquidatore del concordato preventivo della società in nome collettivo, che avrebbe partecipato al giudizio di primo grado. L’eccezione è inammissibile per difetto di autosufficienza, perchè non espone gli sviluppi della vicenda processuale cui fa riferimento (non chiarisce in specie se la procedura è ancora in corso).
La CTR ha dichiarato di concordare con la tesi della contribuente concernente la insussistenza dei presupposti che avrebbero giustificato l’accertamento emesso ai sensi dell’art. 39, comma 2, citato (D.P.R. n. 600 del 1973). Ha motivato che la mancanza delle scritture contabili non giustificava, nella specie, l’utilizzazione di presunzioni “supersemplici”. in quanto della documentazione non esibita era stato precedentemente denunciato il furto.
Col primo motivo di ricorso l’Agenzia lamenta (ex art. 360 c.p.c., n. 4) che la CTR abbia rigettato la censura di motivazione omessa e/o insufficiente della sentenza di primo grado con una motivazione a sua volta insufficiente ed erronea.
La censura è inammissibile per difetto di interesse. Se avesse riconosciuto la nullità della sentenza appellata per insufficienza della motivazione la CTR avrebbe dovuto passare all’esame delle contestazioni riproposte in appello. Come ha fatto.
Il secondo motivo censura di violazione di legge (ex art. 360 c.p.c., n. 3) la affermazione della CTR secondo la quale non avrebbe potuto procedersi ad accertamento induttivo D.P.R. n. 600 del 1973, ex art. 39, comma 2, giacchè nella specie la mancata esibizione della contabilità sarebbe stata giustificata dalla precedente denuncia di furto.
La doglianza è fondata, giacchè il furto (peraltro denunciato e non provato) non necessariamente esclude la colpa del derubato, mentre la disposizione in riferimento (“in deroga alle disposizioni del comma precedente, l’ufficio delle imposte determina il reddito di impresa sulla base dei dati e delle notizie comunque raccolti o venuti a sua conoscenza, con facoltà di… avvalersi anche di presunzioni prive dei requisiti di cui alla lettera d del precedente comma… e)…
quando le scritture medesime non sono disponibili per causa di forza maggiore”) autorizza l’accertamento sulla scorta di presunzioni “supersemplici” anche nel caso in cui sia accertato che la mancanza delle scritture contabili sia affatto incolpevole.
Il terzo motivo denuncia (ex art. 360 c.p.c., n. 5) vizio di motivazione circa l’affermazione di insufficienza degli elementi indiziari addotti dall’ufficio in relazione ali”accertamento induttivo, dolendosi del fatto che la CTR non abbia dimostrato di aver considerato tutte le circostanze rilevanti evidenziate in causa a sostegno della rettifica impugnata.
11 motivo resta assorbito, perchè la valutazione censurata è stata svolta dalla CTR alla stregua del D.P.R. n. 600 del 1973, art. 39, comma 1, avendo essa escluso – erroneamente, come sopra chiarito – che l’ufficio potesse avvalersi di presunzioni prive dei caratteri di gravità precisione e concordanza.
La sentenza impugnata va dunque cassata in accoglimento del secondo motivo, e la causa rimessa per nuovo esame ad altra sezione della CTR del Molise, che deciderà anche sulle spese di questo giudizio di legittimità
PQM
Dichiara inammissibile il primo motivo; accoglie il secondo;
assorbito il terzo. Cassa la sentenza impugnata in relazione al motivo accolto e rinvia la causa, anche per le spese, ad altra sezione della CTR del Molise.
Così deciso in Roma, il 12 maggio 2011.
Depositato in Cancelleria il 22 luglio 2011