Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 14586 del 15/07/2016


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Cassazione civile sez. lav., 15/07/2016, (ud. 27/04/2016, dep. 15/07/2016), n.14586

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE LAVORO

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MACIOCE Luigi – Presidente –

Dott. NAPOLETANO Giuseppe – Consigliere –

Dott. TORRICE Amelia – Consigliere –

Dott. BLASUTTO Daniela – Consigliere –

Dott. DI PAOLANTONIO Annalisa – rel. Consigliere –

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso 19943/2014 proposto da:

AZIENDA SANITARIA LOCALE TARANTO, C.F. (OMISSIS), in persona del

legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliata in

ROMA, PIAZZA UNITA’ 13, presso lo studio dell’avvocato LUISA

RANUCCI, rappresentata e difesa dall’avvocato CRISTINA GIGANTE,

giusta delega in atti;

– ricorrente –

contro

Z.V.;

– intimato –

nonche’ da:

Z.V. C.F. (OMISSIS), elettivamente domiciliato in ROMA,

CORSO RINASCIMENTO 11 presso LIBERAL S.R.L., rappresentato e difeso

dall’avvocato ALESSANDRO ORLANDINI, giusta delega in atti;

– controricorrente e ricorrente incidentale –

contro

AZIENDA SANITARIA LOCALE TARANTO C.F. (OMISSIS), in persona del

legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliata in

ROMA, PIAZZA UNITA’ 13, presso lo studio dell’avvocato LUISA

RANUCCI, rappresentata e difesa dall’avvocato CRISTINA GIGANTE,

giusta delega in atti;

– controricorrente al ricorso incidentale –

avverso la sentenza n. 143/2014 della CORTE D’APPELLO LECCE SEZ.

DIST. DI TARANTO, depositata il 14/04/2014 R.G.N. 558/2012;

udita la relazione della causa svolta nella pubblica udienza del

27/04/2016 dal Consigliere Dott. ANNALISA DI PAOLANTONIO;

udito l’Avvocato GIGANTE CRISTINA;

udito il P.M., in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott.

MASTROBERARDINO Paola, che ha concluso per cessazione contesa.

Fatto

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

1 – La Corte di Appello di Lecce, in riforma della sentenza di prime cure, ha dichiarato l’illegittimita’ della risoluzione del contratto di lavoro a tempo indeterminato stipulato fra la Azienda Sanitaria Locale di Taranto e Z.V. ed ha condannato la A.S.L. alla immediata reintegrazione dell’appellante nel posto di lavoro in precedenza occupato ed a corrispondere allo stesso a titolo di risarcimento del danno cinque mensilita’ dell’ultima retribuzione globale di fatto.

La Corte ha ritenuto che non potesse spiegare effetti sulla valida instaurazione del rapporto di impiego la dichiarazione di incostituzionalita’ della L.R. n. 40 del 2007, art. 3, comma 40, sulla cui base era stata indetta la procedura selettiva alla quale la appellante aveva partecipato, poiche’ al momento della pronuncia la graduatoria era divenuta inoppugnabile.

2 – Per la cassazione della sentenza ha proposto ricorso la Azienda Sanitaria Locale Taranto sulla base di sette motivi. Z.V. ha resistito con tempestivo controricorso ed ha proposto ricorso incidentale. E’ rimasta intimata la Regione Puglia.

Con istanza del 5 aprile 2016 la ricorrente ha chiesto alla Corte di dichiarare cessata la materia del contendere ed ha depositato verbale di conciliazione sottoscritto l’8 febbraio 2016.

Diritto

MOTIVI DELLA DECISIONE

La Corte deve dare atto della intervenuta cessazione della materia del contendere, poiche’ le parti, con verbale dell’8 febbraio 2016, hanno transatto la controversia e Z.V. ha rinunciato ad avvalersi degli effetti della sentenza qui impugnata “eccezion fatta per la disposta reintegrazione di cui alla pronuncia della Corte di Appello che, per effetto della concordata sospensione, decorre dalla Delib. 5 giugno 2014, n. 695”.

Nel verbale di conciliazione le parti hanno anche concordato la compensazione delle spese del giudizio di legittimita’ e dei precedenti gradi di merito “eccezion fatta per quelle gia’ liquidate in corso di causa”.

Non ricorrono le condizioni richieste per il raddoppio del contributo unificato del D.P.R. n. 115 del 2002, art. 13, comma 1 quater, applicabile nelle sole ipotesi di rigetto del ricorso e di improcedibilita’ o inammissibilita’ della impugnazione.

PQM

La Corte dichiara cessata la materia del contendere e compensa integralmente fra le parti le spese del giudizio di legittimita’.

Cosi’ deciso in Roma, nella Camera di consiglio, il 27 aprile 2016.

Depositato in Cancelleria il 15 luglio 2016

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