Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 1446 del 21/01/2011
Cassazione civile sez. trib., 21/01/2011, (ud. 02/12/2010, dep. 21/01/2011), n.1446
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE TRIBUTARIA
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. MERONE Antonio – Presidente –
Dott. CAPPABIANCA Aurelio – Consigliere –
Dott. GIACALONE Giovanni – rel. Consigliere –
Dott. DI IASI Camilla – Consigliere –
Dott. IACOBELLIS Marcello – Consigliere –
ha pronunciato la seguente:
ordinanza
sul ricorso 10150 – 2009 proposto da:
L.M. (OMISSIS), elettivamente domiciliata in
ROMA, presso la CORTE DI CASSAZIONE, rappresentata e difesa dall’avv.
RUGGIERI FAZZI PAOLA, giusta procura speciale a margine del ricorso;
– ricorrente –
contro
AGENZIA DELLE ENTRATE (OMISSIS) (Direzione Centrale) in persona
del legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliata in
ROMA, VIA DEI PORTOGHESI 12, presso l’AVVOCATURA GENERALE DELLO
STATO, che la rappresenta e difende, ope legis;
– controricorrente –
nonchè contro
MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE;
– intimato –
avverso la sentenza n. 14/2 0 08 della Commissione Tributaria
Regionale di BARI del 25.1 – 1.2.08, depositata il 29/02/2008;
udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio del
02/12/2010 dal Consigliere Relatore Dott. GIOVANNI GIACALONE;
E’ presente il Procuratore Generale in persona del Dott. ENNIO
ATTILIO SEPE.
Fatto
RITENUTO IN FATTO
Nella causa indicata in premessa, è stata depositata in cancelleria la seguente relazione ai sensi dell’art. 380 bis c.p.c.:
“La sentenza impugnata – in controversia avente ad oggetto l’impugnazione di accertamento ai fini Registro ed INVIM – riformando quella di primo grado totalmente sfavorevole al contribuente, ne ha accolto in parte l’appello, confermando, per quanto ancora rileva, il rigetto dell’eccezione di difetto di motivazione dell’atto impositivo ed accogliendo invece le doglianze della parte privata in ordine al valore iniziale dichiarato.
Ricorre il contribuente con tre motivi; la parte erariale resiste con controricorso.
Tutti i motivi – che deducono vizi motivazionali – mancano del prescritto “momento di sintesi”e sono, quindi, inammissibili, per violazione dell’art. 366 bis, non contenendo la chiara indicazione delle ragioni per le quali l’insufficienza della motivazione rende la sentenza inidonea a giustificare la decisione, in quanto manca in essi una parte specificamente e riassuntivamente destinata a detto fine (in tal senso, v. Cass. 16002/07; S.U. 20603/07; 4961/08;
8897/08; 4556/09).
Quanto al primo motivo, si rileva anche un ulteriore profilo d’inammissibilità, in quanto con lo stesso si censura l’omessa pronuncia sull’eccezione di nullità dell’accertamento per mancata indicazione dei criteri valutativi, ma detta doglianza viene proposta come vizio motivazionale, ex art. 360 c.p.c., comma 1, n. 5, e non, come avrebbe dovuto, quale motivo di nullità della sentenza per violazione dell’art. 112 in rel. all’art. 360 c.p.c., comma 1, n. 4”.
La relazione è stata comunicata al pubblico ministero e notificata agli avvocati delle parti costituite.
Parte contribuente ha depositato memoria.
Diritto
CONSIDERATO IN DIRITTO
che il Collegio, a seguito della discussione in Camera di consiglio, condivide i motivi in fatto e in diritto esposti nella relazione, non scalfiti da quanto illustrato nella memoria e, pertanto, riaffermato il principio di diritto sopra richiamato, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile;
che le spese del presente giudizio di legittimità seguono la soccombenza e si liquidano in dispositivo.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso. Condanna il ricorrente al pagamento delle spese del presente giudizio, che liquida in Euro 3.300= di cui Euro 3.200= per onorario, oltre spese generali ed accessori di legge.
Così deciso in Roma, il 2 dicembre 2010.
Depositato in Cancelleria il 21 gennaio 2011