Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 14217 del 07/06/2017


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Cassazione civile, sez. VI, 07/06/2017, (ud. 10/03/2017, dep.07/06/2017),  n. 14217

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA CIVILE

SOTTOSEZIONE 2

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETITTI Stefano – Presidente –

Dott. PICARONI Elisa – rel. Consigliere –

Dott. FALASCHI Milena – Consigliere –

Dott. SCALISI Antonino – Consigliere –

Dott. SCARPA Antonio – Consigliere –

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA

sul ricorso 22645-2015 proposto da:

P.I. SRL, con SOCIO UNICO, in persona del Direttore,

elettivamente domiciliata in ROMA, VIA SAVONAROLA 39, presso lo

studio dell’avvocato GIUSEPPE PALMIERI, che la rappresenta e

difende;

– ricorrente –

contro

V.A.;

– intimato –

avverso la sentenza n. 9455/2015 del TRIBUNALE di ROMA, depositata il

04/05/2015;

udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio non

partecipata del 10/03/2017 dal Consigliere Dott. ELISA PICARONI.

Fatto

RAGIONI IN FATTO E IN DIRITTO DELLA DECISIONE

1. Il Tribunale di Roma, con sentenza depositata il 4 maggio 2015, ha accolto l’appello proposto da P.I. s.r.l. avverso la sentenza del Giudice di pace del 24 marzo 2013, e nei confronti di V.A., e per l’effetto ha riliquidato le spese del giudizio di primo grado – già a carico del convenuto soccombente V. – aumentando il relativo importo. Il Tribunale ha ritenuto, invece, integralmente irripetibili le spese del grado di appello, sul rilievo che l’errore di calcolo contenuto nella sentenza di primo grado era riconducibile esclusivamente al giudice, senza l’apporto del convenuto, rimasto contumace.

2. Per la cassazione della sentenza ha proposto ricorso P.I. s.r.l. sulla base di un motivo, anche illustrato da momoria. Non ha svolto difese V.A..

3. Il relatore ha formulato proposta di decisione, ai sensi dell’art. 380-bis c.p.c., nel senso della manifesta fondatezza del ricorso e il Collegio condivide la proposta.

4. Con l’unico motivo la società ricorrente denuncia violazione e falsa applicazione degli artt. 91 e 92 c.p.c. per contestare l’erroneità dell’argomento con cui il Tribunale ha ritenuto non ripetibili le spese del grado di appello.

5. Il motivo è fondato.

Secondo i principi generali in tema di spese processuali, il relativo onere grava sulla parte soccombente che si individua in base al principio di causalità: la parte obbligata a rimborsare le spese che le altre hanno anticipato nel processo, è quella che, con il comportamento tenuto fuori del processo, ovvero con il darvi inizio o resistervi in forme e con argomenti non rispondenti al diritto, ha dato causa al processo o al suo protrarsi (tra le molte, Cass. 30/05/2000, n. 7182).

Il principio trova applicazione, evidentemente, anche nella fase dell’impugnazione nella quale la riforma totale o parziale del provvedimento impugnato necessariamente deriva da un errore in cui sia incorso il giudice che l’ha pronunciato.

6. All’accoglimento del ricorso segue la cassazione della sentenza impugnata con rinvio, ad altro giudice del Tribunale di Roma, che deciderà sulle spese del giudizio di appello facendo corretta applicazione del principio di soccombenza. Lo stesso giudice regolerà anche le spese del presente giudizio di legittimità.

PQM

 

La Corte accoglie il ricorso, cassa la sentenza impugnata e rinvia, anche per le spese del presente giudizio, al Tribunale di Roma, in persona di diverso magistrato.

Così deciso in Roma, nella camera di consiglio della Sezione Sesta civile – 2, il 10 marzo 2017.

Depositato in Cancelleria il 7 giugno 2017

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