Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 13561 del 02/07/2020

Cassazione civile sez. VI, 02/07/2020, (ud. 06/02/2020, dep. 02/07/2020), n.13561

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA CIVILE

SOTTOSEZIONE 3

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE STEFANO Franco – Presidente –

Dott. CIGNA Mario – Consigliere –

Dott. RUBINO Lina – Consigliere –

Dott. GRAZIOSI Chiara – rel. Consigliere –

Dott. VALLE Cristiano – Consigliere –

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA

sul ricorso 33288-2018 proposto da:

V.M.R., elettivamente domiciliata in ROMA, PIAZZA

CAVOUR presso la CANCELLERIA della CORTE di CASSAZIONE,

rappresentata e difesa dagli avvocati SALVATORE LUCIGNANO, GIUSEPPE

PERA;

– ricorrente –

contro

C.L., elettivamente domiciliato in ROMA, VIA PISTOIA, 6,

presso lo studio dell’avvocato ALESSANDRO BIAMONTE, che lo

rappresenta e difende unitamente all’avvocato FABIO OLIVARES;

– controricorrente –

avverso la sentenza n. 2392/2018 della CORTE D’APPELLO di NAPOLI,

depositata il 30/05/2018;

udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio non

partecipata del 06/02/2020 dal Consigliere Relatore Dott. CHIARA

GRAZIOSI.

Fatto

FATTO E DIRITTO

La Corte:

Rilevato che la ricorrente ha tempestivamente depositato rituale rinuncia al ricorso, cui il difensore del controricorrente ha aderito;

rilevato che nella procura che gli ha conferito l’incarico per il presente giudizio detto difensore non ha ricevuto il potere di accettazione della rinuncia;

ritenuto che, peraltro, deve riconoscersi sopravvenuto il difetto di interesse della ricorrente, onde il ricorso è inammissibile e, per quanto appena osservato, risulta equa la compensazione delle spese;

rilevato, infine, che trattandosi di inammissibilità sopravvenuta non vi è debenza del doppio contributo unificato di cui al D.P.R. n. 115 del 2002, art. 13, comma 1 quater, (cfr. Cass. sez. 6-2, ord. 2 luglio 2015 n. 13636 e Cass. sez. 3, 10 febbraio 2017 n. 3542).

P.Q. M.

Dichiara inammissibile il ricorso, compensando le spese.

Così deciso in Roma, il 6 febbraio 2020.

Depositato in Cancelleria il 2 luglio 2020

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