Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 13032 del 14/06/2011
Cassazione civile sez. III, 14/06/2011, (ud. 07/04/2011, dep. 14/06/2011), n.13032
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE TERZA CIVILE
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. FINOCCHIARO Mario – Presidente –
Dott. MASSERA Maurizio – Consigliere –
Dott. SEGRETO Antonio – Consigliere –
Dott. VIVALDI Roberta – Consigliere –
Dott. SCARANO Luigi Alessandro – rel. Consigliere –
ha pronunciato la seguente:
ordinanza
sul ricorso 2878/2010 proposto da:
B.T. (OMISSIS), elettivamente domiciliato in
ROMA, VIA SILLA 91, presso lo studio dell’avvocato MARTINELLI ANTONIO
ALBERTO, rappresentato e difeso dall’avvocato COMEGNA Sebastiano,
giusta procura speciale a margine del ricorso;
– ricorrente –
contro
ALLIANZ SPA (OMISSIS) (già Riunione Adriatica di Sicurtà Spa),
nella qualità di impresa designata dal Fondo di Garanzia per le
Vittime della Strada, in persona del procuratore, elettivamente
domiciliata in ROMA, VIA PANAMA 88, presso lo studio dell’avvocato
SPADAFORA Giorgio, che la rappresenta e difende, giusta procura
speciale a margine del controricorso;
– controricorrente –
avverso la sentenza n. 2097/2008 del TRIBUNALE di TARANTO
dell’11/04/08, depositata il 10/12/2008;
udita la relazione della causa svolta nella Camera di consiglio del
07/04/2011 dal Consigliere Relatore Dott. LUIGI ALESSANDRO SCARANO;
è presente il P.G. in persona del Dott. ANTONIETTA CARESTIA.
Fatto
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Considerato che è stata depositata in cancelleria relazione del seguente tenore:
“Con sentenza del 10/12/2008 il Tribunale di respingeva il gravame interposto dal sig. B.T. nei confronti della sentenza Giud. Pace Taranto 23/6/2007 di rigetto della domanda di risarcimento proposta nei confronti della società R.A.S. Assicurazioni s.p.a., quale impresa designata dal F.G.V.S., dei danni asseritamente subiti in conseguenza di sinistro stradale avvenuto il 31/12/2005.
Avverso la suindicata pronunzia del giudice dell’appello il B. propone ora ricorso per cassazione, affidato ad unico motivo.
Resiste con controricorso la società Allianz s.p.a. (già R.A.S. s.p.a.).
Con unico motivo il ricorrente denunzia violazione o falsa applicazione dell’art. 414 c.p.c., in riferimento all’art. 360 c.p.c., comma 1, n. 3.
Il ricorso dovrà essere dichiarato inammissibile, in applicazione dell’art. 366 c.p.c., comma 1, n. 4, art. 366 bis c.p.c. e art. 375 c.p.c., comma 1, n. 5.
L’art. 366 bis c.p.c., dispone infatti che nei casi previsti dall’art. 360 c.p.c., comma 1, nn. 1, 2, 3 e 4, l’illustrazione di ciascun motivo deve, a pena di inammissibilità, concludersi con la formulazione di un quesito di diritto (cfr. Cass., 19/12/2006, n. 27130).
Orbene, nel caso il motivo con il quale si denunzia vizio di violazione o falsa applicazione di norme di diritto, non reca invero il prescritto quesito di diritto.
La norma di cui all’art. 366 bis c.p.c., è d’altro canto insuscettibile di essere interpretata nel senso che il quesito di diritto possa, e a fortiori debba, desumersi implicitamente dalla formulazione del motivo, giacchè una siffatta interpretazione si risolverebbe nell’abrogazione tacita della norma in questione (v.
Cass. Sez. Un., 5/2/2008, n. 2658; Cass., Sez. Un., 26/03/2007, n. 7258).
Il motivo si palesa pertanto privo dei requisiti a pena di inammissibilità richiesti dai sopra richiamati articoli, nella specie applicantisi nel testo modificato dal D.Lgs. 2 febbraio 2006, n. 40”;
atteso che la relazione è stata comunicata al P.G. e notificata ai difensori delle parti costituite;
rilevato che le parti non hanno presentato memoria, nè vi è stata richiesta di audizione in Camera di consiglio;
considerato che il P.G. ha condiviso la relazione;
rilevato che a seguito della discussione sul ricorso tenuta nella Camera di consiglio il collegio ha condiviso le osservazioni esposte nella relazione;
ritenuto che il ricorso deve essere dichiarato pertanto inammissibile;
considerato che le spese, liquidate come in dispositivo, seguono la soccombenza.
P.Q.M.
La Corte dichiara inammissibile il ricorso. Condanna il ricorrente al pagamento delle spese del giudizio di cassazione, che liquida in complessivi Euro 2.200,00, di cui Euro 2.000,0 0 per onorari, oltre spese a generali ed accessori come per legge.
Così deciso in Roma, il 7 aprile 2011.
Depositato in Cancelleria il 14 giugno 2011