Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 11907 del 15/05/2010
Cassazione civile sez. trib., 15/05/2010, (ud. 14/04/2010, dep. 15/05/2010), n.11907
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE TRIBUTARIA
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. LUPI Fernando – rel. Presidente –
Dott. MERONE Antonio – Consigliere –
Dott. CAPPABIANCA Aurelio – Consigliere –
Dott. IACOBELLIS Marcello – Consigliere –
Dott. DI BLASI Antonino – Consigliere –
ha pronunciato la seguente:
ordinanza
sul ricorso proposto da:
TENUTA IL POGGIOLO SRL in persona dell’Amministratore Unico e legale
rappresentante, elettivamente domiciliata in ROMA, VIA PREMUDA 6,
presso lo studio dell’avvocato CODERONI ANTONIO, che la rappresenta e
difende unitamente all’avvocato QUADRI GIOVANNI, giusta procura
speciale in calce al ricorso;
– ricorrente –
contro
COMUNE DI ROMA in persona del Sindaco pro-tempore, elettivamente
domiciliato in ROMA, VIA DEL TEMPIO DI GIOVE 21, presso l’AVVOCATURA
COMUNALE, rappresentato e difeso dall’avvocato MARZOLO RICCARDO,
giusta procura a margine del controricorso;
– controricorrente –
avverso la sentenza n. 395/2007 della Commissione Tributaria
Regionale di ROMA del 16.10.07, depositata il 23/10/2007;
udita la relazione della causa svolta nella Camera di consiglio del
14/04/2010 dal Presidente Relatore Dott. FERNANDO LUPI;
udito per il ricorrente l’Avvocato Giovanni Quadri che si riporta
agli scritti.
E’ presente il Procuratore Generale in persona del Dott. MASSIMO
FEDELI che nulla osserva rispetto alla relazione scritta.
Fatto
FATTO E DIRITTO
La Corte, ritenuto che è stata depositata in cancelleria la seguente relazione a sensi dell’art. 380 bis c.p.c.: “La CTR del Lazio ha accolto l’appello del Comune di Roma nei confronti della Tenuta il Poggiolo s.r.l. confermando avviso di accertamento per ICI 2001. Ha motivato la decisione ritenendo che la variazione di rendita a seguito di procedura DCFA era stata correttamente notificata alla società che aveva proposto attivato la procedura, riteneva poi che la rendita proposta in quanto conosciuta da contribuente costituiva base per il calcolo dell’ICI. Ha proposto ricorso per cassazione affidato a due motivi la contribuente, il Comune si è costituito con controricorso.
Con il primo motivo, deducendo violazione della L. n. 342 del 2000, art. 74, comma 1, e formulando quesito di diritto, la società assume che la notifica della nuova rendita deve essere fatta al soggetto intestatario della partita. Nella specie la notifica era stata fatta alla GE.CO.IN. s.p.a. quando aveva già venduto l’immobile alla Intesa Leasing s.p.a che lo aveva poi concesso in locazione finanziaria alla contribuente.
Il motivo è privo di decisività in quanto dalla sentenza non risulta chi fosse il soggetto intestatario della partita alla data di notificazione della variazione catastale, soggetto che può essere diverso dal proprietario dipendendo dalla variazione della intestazione catastale, nè la ricorrente deduce di averlo provato, nè infine deposita insieme al ricorso il documento che potrebbe fondare il ricorso, il certificato storico catastale della partita, come prescritto a pena di improcedibilità dall’art. 369 c.p.c., comma 2, n. 4.
Il secondo motivo resta assorbito.” Rilevato che la relazione è stata comunicata al pubblico ministero e notificata alle parti costituite;
considerato che il Collegio, a seguito della discussione in camera di consiglio, condividendo i motivi in fatto e in diritto della relazione, ritiene che ricorra l’ipotesi prevista dall’art. 375 c.p.c., n. 5, della manifesta infondatezza del ricorso e che, pertanto, la sentenza impugnata vada confermata. I rilievi contenuti nella memoria non hanno pregio in quanto i documenti che proverebbero la notifica a soggetto diverso dalla ricorrente della nuova rendita non sono stati depositati insieme al ricorso per cassazione come prescritto già citato art. 369 c.p.c., comma 2, n. 4.
Le spese seguono la soccombenza.
P.Q.M.
La Corte rigetta il ricorso e condanna la ricorrente alle spese liquidate in Euro mille, oltre Euro 100,00 di spese vive, contributo unificato ed accessori di legge.
Così deciso in Roma, il 14 aprile 2010.
Depositato in Cancelleria il 15 maggio 2010