Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 10989 del 06/05/2010

Cassazione civile sez. lav., 06/05/2010, (ud. 15/04/2010, dep. 06/05/2010), n.10989

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE LAVORO

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE LUCA Michele – Presidente –

Dott. DI CERBO Vincenzo – Consigliere –

Dott. NOBILE Vittorio – Consigliere –

Dott. MAMMONE Giovanni – Consigliere –

Dott. ZAPPIA Pietro – rel. Consigliere –

ha pronunciato la seguente:

sentenza

sul ricorso 33234/2006 proposto da:

POSTE ITALIANE S.P.A., in persona del legale rappresentante pro

tempore elettivamente domiciliata in ROMA, VIA PO 25/B, presso lo

studio dell’avvocato PESSI Roberto, che la rappresentata e difende,

giusta delega a margine del ricorso;

– ricorrente –

contro

D.G., elettivamente domiciliato in ROMA, VIA FLAMINIA,

195, presso lo studio dell’avvocato VACIRCA Sergio, che lo

rappresenta e difende unitamente all’avvocato LALLI CLAUDIO, giusta

delega a margine del controricorso;

– controricorrente –

avverso la sentenza n. 1640/2005 della CORTE D’APPELLO di FIRENZE,

depositata il 02/12/2005 R.G.N. 2363/03 + 1;

udita la relazione della causa svolta nella Pubblica udienza del

15/04/2010 dal Consigliere Dott. PIETRO ZAPPIA;

udito l’Avvocato MARIO MICELI per delega PESSI ROBERTO; Udito

l’Avvocato VACIRCA SERGIO;

udito il P.M., in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott.

SEPE Ennio Attilio, che ha concluso per l’inammissibilità del

ricorso.

 

Fatto

La Corte d’appello di Firenze, con sentenza in data 25.11.2005, accoglieva l’appello proposto da D.G. nei confronti della società “Poste Italiane s.p.a.” ed avverso la sentenza del Tribunale, giudice del lavoro, di Firenze n. 1524/02 depositata il 20.12.2002, e dichiarava che tra le parti era intervenuto un rapporto di lavoro a tempo indeterminato a decorrere dal 28.7.1998.

Avverso questa sentenza propone ricorso per cassazione la società “Poste Italiane s.p.a.” con tre motivi di impugnazione.

Diritto

Posto ciò rileva il Collegio che in corso di causa è stato depositato un verbale di conciliazione in sede sindacale in data 4.2.2009 concernente la presente controversia, debitamente sottoscritto dal lavoratore interessato, oltre che dal rappresentante delle Poste Italiane s.p.a.; dal suddetto verbale di conciliazione risulta che le parti hanno raggiunto un accordo transattivo concernente la controversia de qua, dandosi atto dell’intervenuta amichevole e definitiva conciliazione a tutti gli effetti di legge.

Il suddetto verbale di conciliazione si palesa idoneo a dimostrare la cessazione della materia del contendere nel giudizio di cassazione ed il conseguente sopravvenuto difetto di interesse delle parti a proseguire il processo; alla cessazione della materia del contendere consegue pertanto la declaratoria di inammissibilità del ricorso nei confronti del lavoratore sopra indicato in quanto l’interesse ad agire, e quindi anche ad impugnare, deve sussistere non solo nel momento in cui è proposta l’azione o l’impugnazione, ma anche nel momento della decisione in relazione alla quale, ed in considerazione della domanda originariamente formulata, va valutato l’interesse ad agire (Cass. S.U. 29 novembre 2006 n. 25278).

In definitiva il ricorso deve essere dichiarato inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse; tenuto conto del contenuto dell’accordo transattivo intervenuto tra le parti, si ritiene conforme a giustizia compensare integralmente tra le stesse le spese del giudizio di cassazione.

PQM

La Corte dichiara inammissibile il ricorso e compensa tra le parti le spese del giudizio.

Così deciso in Roma, il 15 aprile 2010.

Depositato in Cancelleria il 6 maggio 2010

 

 

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