Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 10071 del 28/05/2020

Cassazione civile sez. II, 28/05/2020, (ud. 10/10/2019, dep. 28/05/2020), n.10071

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA CIVILE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GORJAN Sergio – Presidente –

Dott. CARRATO Aldo – Consigliere –

Dott. GRASSO Giuseppe – Consigliere –

Dott. GIANNACCARI Rossana – rel. Consigliere –

Dott. CARBONE Enrico – Consigliere –

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso 447/2018 proposto da:

CONDOMINIO (OMISSIS), in persona dell’Amministratore pro tempore,

elettivamente domiciliato in ROMA, VIA NOVACELLA 18, presso lo

studio dell’avvocato ANTONELLA MORRICONI, rappresentato e difeso

dall’avvocato ALESSANDRO LA TONA;

– ricorrente –

contro

M.A., ME.GI., elettivamente domiciliati in ROMA,

PIAZZALE CLODIO 12, presso lo studio dell’avvocato ANTONELLA

CASSANDRO, rappresentati e difesi dall’avvocato LUIGI ALIOTO;

– controricorrenti –

avverso la sentenza n. 988/2017 della CORTE D’APPELLO di PALERMO,

depositata il 24/05/2017;

udita la relazione della causa svolta nella pubblica udienza del

10/10/2019 dal Consigliere Dott. ROSSANA GIANNACCARI;

udito il P.M., in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott.

MISTRI Corrado, che ha concluso per l’accoglimento del ricorso per

quanto di ragione, in particolare al terzo motivo;

udito l’Avvocato Alessandro La Tona, difensore del ricorrente, che ha

chiesto l’accoglimento del ricorso;

udito l’Avvocato Luigi Alioto, difensore dei resistenti, che si è

riportato agli atti depositati.

Fatto

FATTI DI CAUSA

1. Con ricorso ex art. 1137 c.c., depositato in data 23.3.2010, M.A. e Me.Gi. convenivano in giudizio innanzi al Tribunale di Palermo, Sezione Distaccata di Bagheria, il Condominio (OMISSIS), chiedendo che fosse dichiarata la nullità della Delib. Condominiale 22 febbraio 2010, di riparto delle spese per il rifacimento del lastrico solare, per difetto di convocazione dei proprietari dei magazzini posti ai piani terra della palazzina (OMISSIS).

1.1. Instauratosi il contraddittorio con la costituzione del convenuto, la Corte d’Appello di Palermo, con sentenza depositata il 24.5.2017, confermava la sentenza emessa dal Tribunale di Palermo, Sezione Distaccata di Bagheria, che aveva accolto l’opposizione proposta da M.A. e Me.Gi..

1.2. La corte distrettuale accertava l’omessa convocazione dei proprietari dei magazzini situati al piano terra dell’edificio, ai quali erano state imputate le spese condominiali, secondo la rispettiva quota. Osservava che la Delib., secondo l’orientamento espresso da Cass. 4806 del 7.3.2005, era annullabile e ravvisava l’interesse all’impugnazione, nel termine di trenta giorni, da parte di altri condomini.

2. Per la cassazione della sentenza ha proposto ricorso il Condominio (OMISSIS) sulla base di tre motivi, illustrati con memoria depositata in prossimità dell’udienza.

2.1. Hanno resistito con controricorso M.A. e Me.Gi..

2.3. Il Pubblico Ministero nella persona del Dott. Corrado Mistri ha chiesto l’accoglimento del ricorso, con riferimento al terzo motivo.

2.4. In prossimità dell’udienza, le parti hanno depositato memorie illustrative.

Diritto

RAGIONI DELLA DECISIONE

1. Con il primo motivo di ricorso, si deduce la violazione e falsa applicazione dell’art. 132 c.p.c., n. 4, art. 11 preleggi e art. 1136 c.c., art. 66 disp. att. c.c. e art. 2697 c.c., in relazione all’art. 360 c.p.c., comma 1, n. 3; si deduce l’apparenza della motivazione in quanto la corte di merito avrebbe accertato la regolarità della convocazione dell’assemblea tenendo conto dell’effettiva conoscenza che le parti avevano avuto della sua convocazione.

2. Con il secondo motivo di ricorso, si deduce la violazione e falsa applicazione dell’art. 132 c.p.c. e art. 909 c.c., in relazione all’art. 360 c.p.c., comma 1, n. 3, nella parte in cui afferma che i magazzini posti al pian terreno facessero parte del condominio.

3. Con il terzo motivo di ricorso, si deduce la violazione e falsa applicazione degli artt. 1137,1441,1446,1324 c.c., art. 66 disp. att. c.c., art. 110 c.p.c., in relazione all’art. 360 c.p.c., comma 1, n. 3, per aver ritenuto sussistente la legittimazione ad impugnare dei condomini dissenzienti in relazione ad un asserito difetto di convocazione di altri condomini. Trattandosi di ipotesi di annullabilità, la legittimazione spetterebbe al condomino non convocato, l’unico ad avere interesse all’annullamento. Conseguentemente il condomino regolarmente convocato non potrebbe impugnare la Delib. per difetto di convocazione di altro condomino, trattandosi di vizio che inerisce all’altrui sfera giuridica.

3.1. Il terzo motivo, da esaminarsi in via prioritaria per ragioni di carattere logico e giuridico, è fondato.

3.2. Il condomino regolarmente convocato non può impugnare la delibera per difetto di convocazione di altro condomino, trattandosi di vizio che inerisce all’altrui sfera giuridica, come conferma l’interpretazione evolutiva fondata sull’art. 66 disp. att. c.c., comma 3, modificato dalla L. 11 dicembre 2012, n. 220, art. 20 (Cassazione civile sez. II, 23/11/2016, n. 23903).

3.3. Una volta condiviso il principio, espresso da Cass. Sez. U, Sentenza n. 4806 del 07/03/2005, secondo cui la mancata comunicazione a taluno dei condomini dell’avviso di convocazione dell’assemblea condominiale, in quanto vizio procedimentale, comporta non la nullità, ma l’annullabilità della Delib. Condominiale, è inevitabile concludere che la legittimazione a domandare il relativo annullamento spetti, ai sensi degli artt. 1441 e 1324 c.c., unicamente al singolo avente diritto pretermesso.

3.4. L’interesse del condomino che faccia valere un vizio di annullabilità, e non di nullità, di una deliberazione dell’assemblea, non può, infatti, ridursi al mero interesse alla rimozione dell’atto, ovvero ad un’astratta pretesa di sua assoluta conformità al modello legale, ma deve essere espressione di una sua posizione qualificata, diretta ad eliminare la situazione di obiettiva incertezza che quella Delib. genera quanto all’esistenza dei diritti e degli obblighi da essa derivanti: la Delib. assembleare è annullabile sulla base del giudizio riservato al soggetto privato portatore di quella particolare esigenza di funzionalità dell’atto collegiale tutelata con la predisposta invalidità, esigenza che si muove al di fuori del complessivo rapporto atto-ordinamento.

3.5. Il motivo va, pertanto accolto; la sentenza impugnata va cassata e rinviata, anche per le spese del giudizio di legittimità, ad altra sezione della Corte d’appello di Palermo.

3.6. Vanno dichiarati assorbiti i restanti motivi di ricorso.

P.Q.M.

Accoglie il terzo motivo di ricorso, dichiara assorbiti i restanti, cassa la sentenza impugnata in relazione ai motivi accolti e rinvia, anche per le spese del giudizio di legittimità, ad altra sezione della Corte d’appello di Palermo.

Così deciso in Roma, nella Camera di consiglio della Sezione Seconda Civile della Suprema Corte di Cassazione, il 10 ottobre 2019.

Depositato in Cancelleria il 28 maggio 2020

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