Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 5325 del 05/03/2010
Cassazione civile sez. trib., 05/03/2010, (ud. 09/02/2010, dep. 05/03/2010), n.5325
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE TRIBUTARIA
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. LUPI Fernando – Presidente –
Dott. CAPPABIANCA Aurelio – Consigliere –
Dott. D’ALESSANDRO Paolo – Consigliere –
Dott. DI IASI Camilla – Consigliere –
Dott. DI BLASI Antonino – rel. Consigliere –
ha pronunciato la seguente:
ordinanza
sul ricorso proposto da:
AGENZIA DELLE ENTRATE, in persona del legale rappresentante pro
tempore, rappresentata e difesa dall’Avvocatura Generale dello Stato,
nei cui uffici, in Roma, Via dei Portoghesi, 12 è domiciliata;
– ricorrente –
contro
F.F., residente a (OMISSIS);
– intimato –
avverso la sentenza n. 80/02/2006 della Commissione Tributaria
Regionale di Bologna – Sezione n. 02, in data 15/05/2006, depositata
il 24 agosto 2006.
Udita la relazione della causa svolta nella Camera di consiglio del
09 febbraio 2010 dal Relatore Dott. Antonino Di Blasi.
Fatto
SVOLGIMENTO DEL PROCESSO E MOTIVI DELLA DECISIONE
La Corte:
Considerato che nel ricorso iscritto al n. 26216/2007 R.G., è stata depositata in cancelleria la seguente relazione:
“1 – E’ chiesta la cassazione della sentenza n. 80/02/2006, pronunziata dalla C.T.R. di Bologna, Sezione n. 02, il 15.05.2006 e DEPOSITATA il 24 agosto 2006.
Con tale decisione, la C.T.R. ha accolto l’appello del contribuente e riformato la decisione di primo grado, dichiarando, nel caso, insussistenti i presupposti impositivi.
2 – Il ricorso di che trattasi, che riguarda impugnazione del diniego su domanda di rimborso dell’IRAP per l’anno 1999, è affidato ad un mezzo, con cui si deduce violazione o falsa applicazione dell’art. 1742 c.c., e segg., art. 2195 cod. civ., della L. n. 662 del 1996, art. 3, comma 144, nonchè del D.Lgs. n. 446 del 1997, artt. 2, 3, 8, 27 e 36;
3 – L’intimato, non ha svolto difese in questa sede.
4 – Al quesito prospettato a conclusione del mezzo, deve rispondersi, richiamando il principio da ultimo affermato dalle Sezioni Unite di questa Corte con la sentenza n. 12108/2009 secondo cui a norma del combinato disposto del D.Lgs. 15 dicembre 1997, n. 446, art. 2, primo periodo, e art. 3, comma 1, lett. c), l’esercizio delle attività di Agente di Commercio, di cui alla L. n. 204 del 1985, art. 1 e di promotore finanziario di cui al D.Lgs. n. 58 del 1998, art. 31, comma 2, è escluso dall’applicazione dell’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP) solo qualora si tratti di attività non autonomamente organizzata; il requisito dell’autonoma organizzazione, il cui accertamento spetta al giudice di merito ed è insindacabile in sede di legittimità, se congruamente motivato, ricorre quando il contribuente: a) sia sotto qualsiasi forma, il responsabile dell’organizzazione e non sia, quindi, inserito in strutture organizzative riferibili ad altrui responsabilità ed interesse; b) impieghi beni strumentali eccedenti, secondo l’id quod plerumque accidit, il minimo indispensabile per l’esercizio dell’attività in assenza di organizzazione, oppure si avvalga in modo non occasionale di lavoro altrui; Costituisce onere del contribuente che chieda il rimborso dell’imposta asseritamente non dovuta dare la prova dell’assenza delle predette condizioni.
4 bis – La decisione impugnata appare in linea con l’affermato principio, avendo accolto la domanda, proposta dal contribuente, per insussistenza degli elementi indici dell’autonoma organizzazione, stante l’assenza di dipendenti e di prestazioni di terzi e la minimale consistenza dei beni strumentali.
D’altronde, con il ricorso di che trattasi si censura, come erroneo, l’operato della CTR, sostenendo che, rientrando gli agenti di commercio – quale è pacificamente il contribuente – nella categoria degli imprenditori, il requisito dell’autonoma organizzazione è intrinseco alla natura stessa dell’attività svolta, il cui reddito sarebbe sempre rilevante ai fini Irap, senza criticare la ratio della decisione impugnata e senza contestare (Cass. n. 1540/2007, n. 5488/2006, n. 2273/2005) l’asserzione del contribuente in ordine all’insussistenza degli elementi indice dell’autonoma organizzazione, peraltro, oggetto di verifica da parte dei giudici di merito.
5 – Si ritiene, dunque, sussistano i presupposti per la trattazione del ricorso in Camera di Consiglio e la definizione, proponendosi il relativo rigetto, per manifesta infondatezza, ai sensi degli artt. 375 e 380 bis c.p.c..
Il Relatore Cons. Dott. Antonino Di Blasi”.
Considerato che la relazione è stata comunicata al Pubblico Ministero e notificata ai difensori;
Visti il ricorso e gli altri atti di causa;
Considerato che il Collegio condivide le argomentazioni, in fatto ed in diritto, svolte nella relazione;
Ritenuto che, in base a tali condivisi motivi ed ai richiamati principi, il ricorso va rigettato e che nulla va disposto per le spese, in assenza dei relativi presupposti;
Visti gli artt. 375 e 3 80 bis c.p.c..
P.Q.M.
rigetta il ricorso.
Così deciso in Roma, il 9 febbraio 2010.
Depositato in Cancelleria il 5 marzo 2010