Sentenza Sentenza Cassazione Civile n. 19772 del 27/09/2011
Cassazione civile sez. I, 27/09/2011, (ud. 25/05/2011, dep. 27/09/2011), n.19772
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE PRIMA CIVILE
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. SALME’ Giuseppe – rel. Presidente –
Dott. DI PALMA Salvatore – Consigliere –
Dott. ZANICHELLI Vittorio – Consigliere –
Dott. SCHIRO’ Stefano – Consigliere –
Dott. DIDONE Antonio – Consigliere –
ha pronunciato la seguente:
sentenza
sul ricorso 21030/2010 proposto da:
C.S.I. ((OMISSIS)), F.S.
((OMISSIS)), Z.V. ((OMISSIS)),
elettivamente domiciliati in ROMA, V.GIULIA DI COLLOREDO 46/48,
presso lo studio dell’avvocato DE PAOLA Gabriele, che li rappresenta
e difende, giusta procura in calce al ricorso;
– ricorrenti –
contro
MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE ((OMISSIS));
– intimato –
avverso il decreto n. 459/09 della CORTE D’APPELLO di MILANO del
24/06/09, depositato il 02/07/2009;
udita la relazione della causa svolta nella pubblica udienza del
25/05/2011 dal Presidente Relatore Dott. GIUSEPPE SALME’;
è presente il P.G. in persona del Dott. ROSARIO GIOVANNI RUSSO che
ha concluso per il rigetto del ricorso.
Fatto
SVOLGIMENTO DEL PROCESSO
C.S.I., Z.V. e F.S. hanno proposto ricorso avverso il decreto della corte d’appello di Milano del 2 luglio 2009 che ha rigettato la domanda di equa riparazione del pregiudizio derivante dall’eccessiva durata di un giudizio iniziato davanti al t.a.r. del Lazio il 21 agosto 2001, non ancora definito il 22 aprile 2009, data di presentazione del ricorso ex L. n. 89 del 2009, ritenendo nella specie applicabile il D.L. n. 112 del 2008, art. 54.
I ricorrenti hanno presentato memoria.
Il Ministero dell’economia non ha svolto attività difensiva.
Diritto
MOTIVI DELLA DECISIONE
1. Il ricorso è fondato.
E’ costante orientamento di questa Corte che il D.L. n. 112 del 2008, art. 54, in mancanza di norma transitoria, non può trovare applicazione ai giudizi davanti al giudice amministrativo instaurati prima dell’entrata in vigore della norma.
L’accoglimento del ricorso comporta la cassazione del provvedimento impugnato. Non essendovi ulteriori accertamenti di fatto da compiere può decidersi nel merito ai sensi dell’art. 384 c.p.c..
Rispetto a un giudizio davanti al giudice amministrativo durato circa otto anni si ritiene equo liquidare per la durata irragionevole, pari a cinque anni un indennizzo pari a Euro 750,00 per i primi tre anni ed Euro 1.000,00 per gli anni successivi quindi la somma complessiva di Euro 4.250,00 per ciascuno dei ricorrenti.
Le spese del giudizio di merito e di quello di cassazione seguono la soccombenza.
P.Q.M.
La corte accoglie il ricorso, cassa il provvedimento impugnato e decidendo nel merito ai sensi dell’art. 384 c.p.c., condanna il Ministero al pagamento in favore di ciascuno dei ricorrenti di Euro 4.250,00 oltre agli interessi al tasso legale dalla data della domanda; condanna il Ministero al pagamento delle spese liquidandole in Euro 873,00 (Euro 445,00 per diritti ed Euro 378,00 per onorari) per il giudizio di merito e in Euro 965,00 (di cui Euro 100,00 per esborsi) per il giudizio di legittimità, oltre a spese generali ed accessori di legge, per ciascuna delle liquidazioni.
Così deciso in Roma, nella Camera di consiglio della struttura centralizzata per l’esame preliminare dei ricorsi civili, Sezione Prima Civile, il 25 maggio 2011.
Depositato in Cancelleria il 27 settembre 2011