Sentenza Sentenza Cassazione Penale n. 38354 del 10/07/2018
Penale Ord. Sez. 7 Num. 38354 Anno 2018
Presidente: PETRUZZELLIS ANNA
Relatore: CRISCUOLO ANNA
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
GEBBIA GAETANO nato a PALERMO il 27/06/1973
avverso la sentenza del 09/02/2018 della CORTE APPELLO di PALERMO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere ANNA CRISCUOLO;
Data Udienza: 10/07/2018
Motivi della decisione
Ne chiede l’annullamento per violazione della legge penale in relazione al reato di cui
all’art. 4 1.110/75, in quanto non è stato dimostrato che il coltello trovato in suo possesso fosse
destinato a fini illeciti, avendo egli spiegato che all’epoca non aveva un’abitazione, viveva per
strada e portava con sé il coltello da utilizzare per l’alimentazione, né è risultato che il coltello
fosse destinato all’offesa alla persona, in quanto era custodito nel borsello, dal quale cadde
accidentalmente nel momento in cui stava prelevando i documenti, ma non fu utilizzato pe
minacciare l’operante.
Il ricorso è inammissibile in quanto proposto personalmente dall’imputato.
Considerato infatti, che ai sensi dell’art. 613 cod. proc. pen., come riformulato dalla legge
n. 103 del 2017, entrata in vigore il 3 agosto 2017, l’atto di ricorso, le memorie e i motivi nuovi
devono essere sottoscritti, a pena di inammissibilità, da difensori iscritti nell’albo speciale della
Corte di Cassazione, il ricorso proposto, sottoscritto dall’imputato, che lo ha personalmente
redatto, è inammissibile.
Va, quindi, dichiarata l’inammissibilità del ricorso, con conseguente condanna del
ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle
ammende, che si stima equo determinare in euro tremila.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese
processuali e della somma di euro tremila in favore della cassa delle ammende.
Così deciso, il 10 luglio 2018
DEPOS TATA
IN
– 9 A99.
018
I
Gebbia Gaetano ha proposto ricorso avverso la sentenza indicata in epigrafe con la quale
la Corte di appello di Palermo ha confermato la sentenza emessa in data 27 maggio 2016 dal
Tribunale di Palermo, che, all’esito di giudizio abbreviato, lo aveva dichiarato colpevole dei reati
riuniti di resistenza e porto di coltello, e lo aveva condannato alla pena di 4 mesi e 10 giorni di
reclusione, riconosciute attenuanti equivalenti alla recidiva e con la riduzione per il rito.